Domande Frequenti


Domande e risposte per conoscerci meglio

 
 

D: Siete una chiesa cristiana?

R: Sì, siamo una chiesa cristiana storica che confessa la fede cristiana cattolica (universale) secondo i credi ecumenici: Credo Apostolico, Credo Niceno-Costantinopolitano, Credo di Calceldonia e Simbolo Atanasiano.
Inoltre, siamo una chiesa Riformata, ovvero una chiesa protestante confessionale che adotta i documenti confessionali storici delle chiese riformate europee: Confessione di Fede Belga (1563), il Catechismo di Heidelberg (1561), i Canoni di Dordt (1619).


D: Che cosa significa “chiesa storica”?

R: Una chiesa storica è una chiesa che preserva il patrimonio di teologia, pratica e pietà che la Chiesa Cristiana ha prodotto fin dall’epoca post-apostolica. Ci inseriamo nel solco tracciato dagli Apostoli e dai padri della Chiesa con rispetto, gratitudine e coscienza sia delle vittorie, sia delle sconfitte del Cristianesimo, non volendo annullare l’opera d’illuminazione dello Spirito Santo attraverso i secoli, ma traendo insegnamento dagli errori commessi per non ripeterli.


D: Che cosa significa Protestante?

R: Nei secoli, il Cristianesimo ha subito una lenta e progressiva alterazione rispetto alle verità contenute nella Bibbia: tradizioni consolidatesi nel tempo e dogmi extra-scritturali introdotti in alcuni concili hanno aggiunto dottrine che non solo non è possibile rinvenire nei libri dell’Antico e Nuovo Testamento, ma che a volte li contraddicono nettamente.

La Riforma Protestante del XVI secolo fu un movimento religioso che volle riportare al centro della fede cristiana i principi formali dell’autorità ultima della Scrittura sopra ogni altra autorità umana (Sola Scriptura), della giustificazione per sola fede (Sola Fide) nella persona di Cristo unico mediatore e avvocato nostro (Solus Christus), per sola grazia divina e non per opere (Sola Gratia), con il solo e unico scopo di dare tutta la gloria a Dio (Soli Deo Gloria).

Scopo della Riforma Protestante non fu mai la rivoluzione della fede cristiana, ma la sua riforma, ossia la restituzione della forma originaria così come rivelata nelle Sacre Scritture. A partire dal XVI secolo, le chiese “riformate” nacquero in Svizzera, Francia, Italia, Paesi Bassi, Fiandre, Germania, Boemia e Ungheria, e dove vi furono le condizioni politiche si consolidarono e si espansero progressivamente. Le chiese riformate furono fin dall’inizio in rapporti fraterni, pur con differenze, con le chiese evangeliche tedesche (oggi note come Luterane) e con la Chiesa d’Inghilterra, e furono distinte sia dalla Chiesa Cattolica Romana, sia dai gruppi radicali noti come Anabattisti.


D: Cosa significa confessionale?

R: Una chiesa confessionale ha il suo fondamento nella Sacra Scrittura dell’Antico e Nuovo Testamento, considerata Parola di Dio. La Bibbia è considerata l’autorità superiore ed ultima da cui provengono, direttamente o per buona e necessaria conseguenza, le dottrine che confessiamo e a cui si fa riferimento per la soluzione delle questioni di dottrina e pratica.

La Sacra Scrittura, tuttavia, non è l’unica autorità nella chiesa cristiana, ma la più alta. In accordo con l’insegnamento apostolico (“la casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità”, I Timoteo 3:15) e con la prassi della Chiesa nei secoli, una chiesa confessionale si avvale anche di alcuni documenti come confessioni di fede, catechismi e canoni che sintetizzano la sana dottrina, rispondono a domande ed espongono giudizi su questioni di fede emerse nel tempo.

Questi documenti non sono considerati né ispirati né pari alla Scrittura, come avviene in altre confessioni cristiane, ma sono nondimeno considerati autorevoli perché il loro contenuto è stato giudicato aderente alla Scrittura ed ortodosso (corretto) dalle chiese che nel tempo li hanno con profitto adottati. Una confessione di fede scritta non è solo un valido aiuto per la chiesa perché sia osservata la sana dottrina, ma anche una garanzia a protezione dei membri della chiesa dai falsi insegnanti.


D: Quali sono le differenzE fra la chiesa riformata e la chiesa cattolica romana?

R: Anche se le Chiese Riformate e la Chiesa Cattolica Romana condividono la gran parte delle dottrine cristiane fondamentali, riassunte nei credi e simboli antichi, e gran parte della storia del Cristianesimo fino al XVI secolo, nondimeno esistono alcune differenze di notevole importanza, tali da esigere la sofferta separazione avvenuta cinque secoli orsono.

La prima differenza importante riguarda la questione dell’autorità. La Chiesa Cattolica Romana riconosce pari autorità alla sacra tradizione e alle sacre Scritture; la chiesa riformata riconosce il primato dell’autorità alla sola Scrittura, cui le varie tradizioni umane sono sottomesse. Solo la Scrittura è ritenuta infallibile Parola di Dio in questioni di fede, pietà e pratica.

La sottomissione alla sola Scrittura come sorgente di verità implica che la Chiesa non ha un ruolo magisteriale, ma ministeriale: compito della Chiesa non è quello di stabilire la verità, ma di amministrare la fede “trasmessa una volta per sempre ai santi” (Giuda 3:3). Le decisioni dei concili non hanno l’autorità di emendare la Scrittura, né di aggiungervi o togliervi alcuna parte.

La Scrittura, pur con l’articolazione propria della materia teologica, indica inoltre con sufficiente chiarezza le seguenti verità:

  • La nostra salvezza avviene unicamente per grazia, tramite la sola fede in Gesù Cristo, unico mediatore tra Dio e gli uomini. (1 Timoteo 2:5 “Vi è infatti un solo Dio, ed anche un solo mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo Gesù uomo, il quale ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti”). Le buone opere, sia le nostre sia quelle di altri, non possono concorrere a salvarci, ma sono conseguenza della giustificazione.

  • Il nostro Signore Gesù Cristo ci ha lasciato per il nostro nutrimento spirituale due sacramenti: il santo battesimo, e l’Eucarestia o Cena del Signore.
    Il Battesimo non ha valenza di giustificazione dai peccati (Cat. Chiesa Cattolica, punto 1987), ma è il segno d’ingresso nella comunità dei fedeli e sigillo delle promesse divine, e deve essere amministrato tanto agli adulti convertiti quanto ai figli dei credenti.
    L’Eucarestia non è la riattuazione o riproposizione del sacrificio di Cristo, che essendo avvenuto una volta per sempre non può essere ripetuto (Ebrei 10:10-14). In essa gli elementi del pane e del vino rimangono tali, senza alcuna transustanziazione, ma sono comunque nutrimento mistico dei fedeli per mezzo del corpo e sangue di Cristo.

  • Maria è la madre del nostro Signore Gesù, degna di grande riverenza come esempio di fede e sottomissione, ma non di venerazione o adorazione, dovuta solo al Dio Trino.

  • Al di fuori di Paradiso e Inferno, la Scrittura non riconosce alcun altro luogo intermedio. Il Purgatorio, quindi, quale luogo intermedio di purificazione delle anime, non ha fondamento scritturale.

  • La Chiesa non ha un’organizzazione gerarchica, e non riconosce alcun capo se non il Signore Gesù Cristo (Efesini 1:20-23). Secondo il modello apostolico, le chiese locali sono affidate a consigli composti di ministri e anziani regolarmente ordinati e di diaconi; le chiese locali sono in fraterna comunione con altre chiese della medesima federazione, vincolate reciprocamente dalle confessioni di fede sottoscritte, e riunite regolarmente in sinodi nazionali.


D: Che Cosa Distingue una chiesa Riformata dalle altre chiese evangeliche?

R: Una chiesa riformata, come illustrato nelle domande precedenti, è una chiesa storica e confessionale, che adotta quindi una confessione di fede scritta che definisce puntualmente la dottrina insegnata. Le confessioni di fede riformate, scritte tra il 1500 e la metà del 1600, sono state usate con efficacia e profitto dalle chiese riformate europee e presbiteriane anglosassoni per oltre cinque secoli. La dottrina insegnata è uniforme e comprende alcuni punti essenziali che contraddistinguono le chiese riformate:

  • La nostra conoscenza di Dio proviene dalla Creazione, la rivelazione naturale che manifesta le qualità visibili di Dio, e dalla Bibbia, la rivelazione speciale che Dio ha dato all’umanità e che è completa dall’età apostolica. Anche se dall’osservazione della natura possiamo conoscere che c’è un Dio, solo la Scrittura ci consente di conoscere Dio in modo salvifico. L’interpretazione riformata della Bibbia segue il principio della Analogia di Fede (Sacra Scriptura sui interpres, la Sacra Scrittura interpreta se stessa) secondo un’ermeneutica rispettosa del contesto storico e letterario e Cristo-centrica. “Dio, dopo aver anticamente parlato molte volte e in svariati modi ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, per mezzo del quale ha anche fatto l'universo.”, Ebrei 1:1-2. Sono pertanto escluse tutte le forme di supposta rivelazione ulteriore così come le tradizioni che aggiungono dogmi di fede. La tradizione, come corpus di sapienza cristiana attraverso i secoli, ha un grande valore in quanto ci educa e ci ammonisce, ma non è normativa e non può sovrastare la Sacra Scrittura.

  • La Bibbia è chiara nell’esporre lo stato di miseria dell’uomo peccatore, totalmente bisognoso di redenzione, accusato dalla perfezione della Legge di Dio; è altrettanto chiara nel mostrare l’incommensurabile grazia di Dio annunciata nell’Evangelo per redimere i peccatori.

  • La centralità della croce di Cristo in ogni momento della storia della redenzione, sia prima sia dopo l’Incarnazione. Non v’è cesura tra Antico e Nuovo Testamento.

  • Le dottrine note come Cinque Punti del Calvinismo: Totale depravazione dell’uomo; Elezione incondizionata; Redenzione particolare; Grazia irresistibile; Perseveranza dei santi. Queste dottrine non sono un’invenzione di Giovanni Calvino, essendo sempre state affermate in varia misura nella storia della Chiesa e in particolare da sant’Agostino, ma furono esposte in maniera sistematica dal riformatore Francese e riaffermate nel Sinodo di Dordrecht del 1619.
    In breve,

    • gli esseri umani peccatori non possono scegliere Dio a meno che Dio non li abbia scelti prima (elezione incondizionata);

    • Dio Padre sceglie il suo popolo, Dio Figlio è morto per i peccati del suo popolo, Dio lo Spirito Santo rende il suo popolo capace e volenteroso di credere al Vangelo;

    • Dio preserva il suo popolo, santificandolo gradualmente fino alla morte e specialmente alla seconda venuta di Cristo.

  • La teologia dell’Alleanza, detta anche federale (da fœdus, patto): il rapporto tra uomo e Dio nella storia della redenzione si esprime attraverso un patto. Vengono comunemente riconosciuti tre patti: il Patto di Redenzione tra le persone della Trinità; il Patto d’Opere istituito da Dio con Adamo prima della Caduta; il Patto di Grazia tra Dio e gli eletti con la mediazione di Cristo. Quest’ultimo patto fu inaugurato da Dio in Eden, dopo la Caduta (Genesi 3:15), e fu amministrato in varie maniere attraverso la storia della redenzione, prima principalmente fra Dio e gli eletti nella nazione Ebrea, e poi, con l’Ascensione di Cristo, fra Dio e gli eletti fra le genti del mondo chiamate a far parte del popolo divino.

  • Il sacramento della Santa Cena, lungi dall’essere un semplice simbolo commemorativo, è nutrimento mistico del popolo di Dio per mezzo del corpo e sangue di Cristo, spiritualmente presente in mezzo alla Chiesa.

  • Il sacramento del Battesimo è il segno e sigillo con cui un Cristiano è accolto nella Chiesa. Come avveniva per la Chiesa dell’Antico Testamento con la circoncisione, sono battezzati e accolti come membri della Chiesa tanto gli adulti che abbiano professato pubblicamente la fede quanto i figli dei credenti.

  • L’ecclesiologia (governo della chiesa) di tipo presbiteriano; il Signore Gesù ha lasciato alla chiesa tre uffici: ministro della Parola e Sacramenti, anziano e diacono. Come insegna la nostra confessione di fede (art. 30), “che vi siano dei ministri o pastori per predicare la parola di Dio e amministrare i sacramenti; che vi siano anche dei sorveglianti e dei diaconi, per essere con i pastori come il senato della chiesa e con questo mezzo conservare la vera religione, e far sì che la vera dottrina abbia il suo corso, così che gli uomini viziosi siano corretti spiritualmente e tenuti a freno, affinché in questo modo i poveri e tutti gli afflitti siano soccorsi e consolati, secondo il loro bisogno.” Le chiese locali operano in accordo tra loro e sono parte di una federazione nazionale.

  • L’adorazione nel Giorno del Signore deve essere condotta in accordo con la Scrittura e si svolge come un dialogo fra Dio che parla e la congregazione che risponde con preghiere, offerte e canto dei salmi. Per questo non è chiamato culto di adorazione, ma Servizio Divino, perché non siamo noi ad offrire qualcosa a Dio, ma è Dio stesso a nutrire il suo gregge con la Parola e i Sacramenti.